Venere in Scorpione inizia la sua retrogradazione: tra Eros e Thanatos, uno sguardo al cielo Astrologico e astronomico.
di Cristiana e Osvaldo
Come vi abbiamo anticipato un po’ di tempo fa con l’articolo sull’ingresso di Venere in Scorpione, ecco pronto per voi un approfondimento su questo transito che ha lo scopo di rendere più comprensibili le dinamiche astronomiche e astrologiche che stanno agendo.
Per esplorare nel modo più completo possibile questo lungo, e un po’ complesso, passaggio del pianeta dell’amore, è infatti necessario partire dalla sua situazione astronomica.
Perchè questo? Se in questi anni avete seguito il nostro blog e la nostra pagina Facebook, saprete ormai quanto la connessione tra astronomia e astrologia sia fondamentale. Quella che in astrologia è nota come “interpretazione del cielo” parte infatti dalla situazione della sfera celeste: in parole più semplici e più sintetiche, ciò che astronomicamente si verifica in cielo esercita sul mondo sublunare, e quindi sull’uomo, specifici effetti che vengono così tradotti e interpretati dall’astrologia (o per meglio dire, dall’astrologo).
Per questo motivo è indispensabile in astrologia il concetto di visibilità di un astro e, di conseguenza, ogni variazione e modulazione di tale fenomeno. Per visibilità, lo ricordiamo, intendiamo ciò che appare ai nostri occhi e quindi dal nostro punto di osservazione terrestre (motivo per cui noi vediamo il Sole muoversi ed assegniamo ad esso un moto giornaliero pur sapendo che è la Terra a muoversi intorno al Sole).
Ogni pianeta del nostro sistema solare, durante il proprio moto, attraversa delle fasi differenti rispetto al Sole.
Tuttavia, vi sono alcune differenze tra le fasi dei pianeti cosiddetti superiori (Marte Giove e Saturno) e quelle dei pianeti inferiori (Venere e Mercurio). Infatti, se i pianeti superiori compiono la congiunzione con il Sole in un unico modo (detta congiunzione superiore) , i pianeti inferiori si congiungono con il luminare in due modi: congiunzione superiore e congiunzione inferiore . Per questo motivo Venere e Mercurio si congiungono al Sole prima con moto diretto e poi con moto retrogrado, mentre i pianeti superiori compiono la loro congiunzione solo con moto diretto.
Ma torniamo alla nostra Venere. Durante l’estate il pianeta ha raggiunto la sua massima distanza dal Sole (massima elongazione) per poi diminuire gradualmente la sua luminosità e avvicinarsi così al momento della sua congiunzione inferiore, e quindi al Sole, che si perfezionerà il 26 ottobre 2018. Durante l’estate è stato possibile osservare Venere in cielo ad occidente, quindi la sera, anche un paio d’ore dopo che il Sole era tramontato.
Con il passare dei giorni il tempo di visibilità si è ridotto e Venere, seppur ancora visibile durante il mese di settembre, rimane sopra l’orizzonte solo per circa una mezzora fino a rendersi sempre più invisibile e poi scomparire dalla nostra vista durante il mese di ottobre.
Più nello specifico: la sera del 5 ottobre Venere sosterà nella prima Stazione (o Stazione Vespertina), diventerà retrograda alcune ore dopo, e il 7 ottobre compirà la cosiddetta fase di ultima visibilità verspertina, essendosi avvicinata molto al Sole che ne oscura ormai la brillantezza.
La prima e l’ultima visibilità di un pianeta inferiore (rispettivamente levata eliaca e tramonto eliaco) sono due fasi molto importanti in astrologia proprio perché rappresentano due momenti significativi del potere illuminativo planetario, che è la forza dell’influsso di qualsiasi astro.
Ricordiamo infatti che nell’astrologia della tradizione è proprio il concetto di luce che, con la sua modulazione in termini di visibilità, colore e qualità, mette un corpo celeste in relazione al Sole rendendolo quindi capace di generare effetti differenti.
L’ultima visibilità di Venere vespertina scandirà quindi un momento abbastanza importante per il pianeta che esprimerà la sua energia in un momento delicato. Infatti se da una parte la forza del pianeta si amplifica per la sua fase, dall’altra la sua condizione debilitata di esilio e di retrogradazione tenderà a produrre effetti non proprio lineari, più ambigui rispetto al solito.
Un effetto che potrebbe vedere la sua massima espressione proprio qualche giorno dopo, l’11 ottobre, quando Venere retrograda a 10° Scorpione si configurerà nuovamente in quadratura a Marte a 10° Acquario. Il moto retrogrado di Venere proseguirà con l’ingresso del pianeta nuovamente in Bilancia il 31 ottobre, mentre il 1 novembre il pianeta compirà la sua levata eliaca mattutina rendendosi visibile nuovamente in cielo ad oriente, quindi la mattina prima del sorgere del Sole.
Anche questa fase assume un certo rilievo e in questo caso l’energia planetaria sarà pronta ad esprimersi in modo più coerente alla natura stessa del pianeta, riprendendo però questioni lasciate in sospeso che hanno bisogno di essere affrontate.
Il pianeta dell’amore tornerà in Scorpione, ormai con moto diretto, il 3 dicembre 2018 per uscire dal segno solo il 7 gennaio quando farà il suo ingresso nel Sagittario.
Sulla base di queste considerazioni astronomiche, frutto dell’osservazione di migliaia di anni, gli antichi non si sono limitati a studiarne l’influenza sulle cose, ma le hanno intessute con le immagini del mondo interiore convertendole nelle storie degli dei; vicende celesti che parlano di cose molto umane.
Il pianeta Venere è stato chiamato Istar, Isis, Afrodite e in moltissimi altri modi dall’inizio dei tempi fino alla Grecia classica.
Ogni popolo ha aggiunto dettagli della propria cultura nell’arricchire il simbolo dell’amore, ma tutti sono concordi per quanto riguarda alcuni eventi cruciali nella storia della Dea, che sembrano proprio ispirarsi al moto celeste del pianeta com’è stato descritto più sopra.
La biondissima immagine di Venere che è giunta a noi viene dal contesto della Grecia patriarcale, dove alcuni aspetti del femminile sono già stati addomesticati ed esclusi dal sentire comune, eppure nelle sue versioni più antiche, la dea dell’amore ha una natura infera, che la lega alle tenebre e la morte.
Non a caso è detto essere un pianeta notturno, nonostante sia il più luminoso.
In tutte le versioni del mito comunque, la dea dell’amore deve discendere agli inferi, denudarsi dei suoi bellissimi abiti, liberarsi dei suoi gioielli e far venire meno i suoi trucchi per restare nuda e indifesa davanti allo scherno della dea degli inferi… tutto questo naturalmente per amore!
Abbiamo visto che quando Venere inverte la marcia per dirigersi verso il Sole, nella congiunzione superiore o inferiore, è destinata in breve tempo a perdere la sua luminosità, e proprio come nel mito rinuncia ai suoi abiti e agli altri simboli di bellezza.
La dea si spinge fino alle porte degli inferi per reclamare il suo amato, che è chiamato Tammuz per Istar, Osiride per Iside, e in epoca classica prende il nome del celebre Adone, talmente bello che perfino la splendida Afrodite discenderebbe all’inferno pur di salvarlo dalla morte.
Il suo amato è stato ucciso da Ares, il dio della guerra, e come sappiamo lo Scorpione è un segno governato da Marte, dove Venere è debilitata in esilio.
Nel mito, l’effetto dell’esilio di Venere agli inferi è quello di impedire la fertilità della natura e quindi la continuità della vita. Per questa ragione gli altri Dei si lasciano commuovere dal suo lamento amoroso e le concedono la resurrezione del suo amato che potrà stare con lei per qualche mese l’anno.
La prima visibilità di Venere come stella del mattino è rappresentata dalla resurrezione dal mondo infero. Il mito inoltre sembra raffigurare bene anche il Segno Zodiacale nel quale Venere dovrà compiere questa operazione, e quindi il regno dei morti.
Nello Scorpione trionfa la morte da un punto di vista simbolico, ma al tempo stesso corrisponde all’organo riproduttivo maschile nel corpo fisico: per cui è anche il potere creativo che permette la rinascita.
La Dea che resuscita dalla morte, diventa il simbolo del potere sessuale che rinvigorisce il fallo. Questo giace morto come Adone e Osiride, prima di essere provocato dal potere attrattivo della dea.
L’erezione non è un atto meccanico e volontario, l’amore dipende da un intervento soprannaturale inteso come pulsione indipendente dalla volontà conscia, che in astrologia è identificato con Venere.
Non dobbiamo essere troppo letterali, parliamo di verità naturali per descrivere i processi interiori che sono innescati dal transito di Venere. Il Fallo che viene risvegliato non è prerogativa dei maschietti, esattamente come Venere non è solo la donna in senso fisico.
Essi rappresentano rispettivamente il potere creativo presente in ciascuno di noi, e l’attrazione che la bellezza esercita su di noi indipendentemente dal sesso: l’unione di questi due opposti risveglia il sentimento amoroso.
Per questo motivo, la retrogradazione di Venere descrive spesso un momento in cui dobbiamo compiere una rivoluzione o semplicemente una revisione in ambito sentimentale. Ciò che questa Venere si ripromette di fare è di risvegliarci dalla morte dei sensi e dal torpore del cuore.
Per ottenere questo, la discesa agli inferi è necessaria per entrare in contatto con la nostra “pancia”, dove albergano i desideri trattenuti e alcune paure che nutriamo verso l’amore e le relazioni.
Prendere contatto con il lato oscuro dell’amore può essere terrificante, ma è proprio lì che ritroviamo la bellezza di cui ci si innamora; troppo spesso offuscata dall’abitudine e la razionalità.
Ovviamente non dobbiamo pensare che tutti cambieremo amori durante questo periodo. Ciò è possibile se altri elementi nel tema di nascita lo confermano, in tal caso è probabile che vi stiate già preparando a questo da diverso tempo.
Si tratta comunque del transito di un pianeta benefico, nonostante questi aspetti poco chiari, ci sospinge nel suo gioco facendo leva sulle dolci sensazioni che ci fa provare o desiderare di provare, qualora le avessimo dimenticate.
Per quanto riguarda gli effetti sui dodici segni zodiacali vi rimandiamo all’oroscopo solare di ottobre, ma troverete qui di seguito una breve panoramica. Per avere una visione completa comunque, dovreste verificare quali pianeti nel vostro tema natale si configurano a Venere da questi segni.
I nati Toro, Leone e Acquario (dunque chi ha diversi valori in questi settori) affrontano il pianeta dell’amore nelle sembianze oscure della dea degli inferi, e forse ciò metterà alla prova i vostri sentimenti o quelli di qualcun altro nei vostri confronti in modo più incisivo. Più degli altri segni dovete affrontare una situazione direttamente e vi sentite messi alla prova. Coraggio e non impigritevi troppo!
La maliarda in Scorpione può tentarvi con piaceri facili.
Il punto di vista del fortunato Adone favorito da Venere, è assegnato ai tre segni d’acqua Scorpione, Cancro e Pesci. Il pianeta dell’amore viene a risvegliare la passione e la creatività assopita e dimenticata nelle acque stagnanti della delusione o dell’abitudine.
A voi il coraggio di godervela non mancherà di certo!
Quanto ai segni di terra Capricorno e Vergine, sono offerte diverse possibilità e stimoli relazionali ma sta a voi farli diventare qualcosa di utile: avete la possibilità di entrare in contatto in modo speciale con chi amate, sfruttate le occasioni di condivisione!
Per i nati Sagittario, Ariete, Gemelli e Bilancia il transito avrà maggior rilevanza da novembre in poi quando Venere torna a stazionare in Bilancia.
Vi toccherà aspettare l’oroscopo di novembre! 🙂
Nel frattempo… buona Venere e buone stelle!