Se porti alla luce ciò che è dentro di te,
ciò che è dentro di te ti salverà.
Se non porti alla luce ciò che è dentro di te,
ciò che non porti alla luce ti distruggerà
Vangeli gnostici
Il Sole è entrato da qualche giorno in Scorpione e con la Luna nuova della scorsa notte in questo segno si completa il processo di decadimento della natura, tipico della stagione autunnale. Ora tutto appassisce, le foglie ormai secche si staccano dagli alberi, e ciò che teneva insieme l’una e l’altra cosa nella vita inizia a disintegrarsi. Pare ovvia l’associazione del segno con la morte – l’esperienza naturale alla quale lo Scorpione da maggiore importanza.
L’astrologia classica attribuisce al pianeta Marte il governo dello Scorpione, associando così l’influenza dell’astro a quella forza invisibile che durante l’autunno corrode e divide ogni cosa nel processo della putrefazione. Inoltre in questo segno l’astro si esprime al meglio, poiché può bilanciare il suo potere corrosivo con l’umidità dell’elemento Acqua. L’astrologia moderna completa il simbolismo attribuendo il governo al lontanissimo Plutone, e accentuando così il carattere mortifero e infero del segno.
La morte è l’argomento più evitato dalla coscienza, ma a causa di questo tabù diviene anche il pallino fisso della nostra parte più intima e istintiva, dove albergano le paure e i desideri o in altre parole i nostri personali inferi. L’ossessività, che sappiamo essere una caratteristica tipica dei nati sotto questo segno, viene dal fatto che lo Scorpione ama confrontarsi con gli aspetti più oscuri dell’animo umano, e in particolare con quelli che non può controllare. Vale la pena di ricordare che la modalità di corteggiamento del dio romano Plutone era il rapimento della fanciulla. Il regno dell’Ade rappresenta tutte quelle esperienze che ci trascinano senza bussare alla porta, creando così una spaccatura, una disgregazione nella coscienza “quotidiana“. Il genere di esperienza che lo Scorpione aspira a controllare o viceversa a lasciarsene attraversare, rimanendo spesso sospeso sul filo del rasoio.
Il rapporto con l’ombra -da non intendere come oscurità in senso morale, ma piuttosto come ciò che non è stato portato in luce- genera nel segno quella tensione che può manifestarsi come ossessione, talvolta come erotismo e infine come esperienza trasformativa. Il simbolismo dello Scorpione è infatti triplice, nonostante l’immagine più popolare sia quella dell’aracnide che vive nel deserto, essa rappresenta solo un aspetto del segno. Infatti la costellazione dello Scorpione è troppo piccola per occupare tutti e 30 i gradi del segno, in quest’ultimo convergono anche le costellazioni del Serpente e dell’Aquila.
Queste figure animali rappresentano tre modalità che l’energia trasformativa ed evolutiva può assumere. Marte e Plutone del resto, non sono connessi solo alla distruzione e alla morte,ma anche all’energia sessuale in azione, che è al contrario, proprio ciò che genera la vita. Nell’astrologia classica, il paludoso Scorpione è considerato un segno estremamente fertile, così come gli scarti della putrefazione concimano il terreno, e la morte di miliardi di spermatozoi permette a uno di fecondare l’ovulo. Paradossalmente, la morte è una cosa molto fertile, sia per la vita naturale che simbolicamente per l’evoluzione ad uno stato superiore, poiché è strettamente connessa alla sessualità: cos’è l’orgasmo se non una piccola morte? In quest’ottica la morte è il coronamento della vita e non la sua contraddizione, come generalmente si considera.
Ma il processo di rigenerazione può essere terribile ovviamente, perché è impossibile non opporre resistenza. Questo è lo Scorpione che riversa contro sé stesso il veleno del suo pungiglione -la sua potenza creativa e sessuale frenata dalla resistenza- atteggiamento di autodistruzione che assumiamo non solo verso la morte, ma verso ogni cambiamento. Al contrario il Serpente cambia pelle, danza sinuoso assieme al processo trasformativo e si rigenera attraverso di esso, similmente all’energia sessuale che attraverso il desiderio e l’espressione di esso muove tutto ciò che tocca al fine di generare vita. Permane comunque l’istintività del segno e talvolta il suo procedere ciecamente nelle cose per un esigenza trasformativa viscerale, priva di consapevolezza. È l’Aquila il terzo aspetto, a donargli occhi per scrutare negli anfratti più oscuri del proprio animo e ali per restare sospesa sopra di esso, senza esserne inghiottita. Lo Scorpione e il Serpente sono diventate le sue prede, ed essa regna indisturbata sulle montagne più alte!
La Luna nuova in Scorpione di quest’anno, mette ancor più in evidenza le qualità trasformative e rivoluzionarie del segno, in quanto si oppone a Urano suggerendoci di abbandonare le zone comfort per portare in luce ciò che ci acceca. Se oltre a cambiare e trasformarci -destino comune a tutti- vogliamo anche evolverci e migliorarci è necessario osare: la virtù più grande dello Scorpione!
Buona rinascita